Sofosbuvir nelle epatopatie croniche da Hcv: un progresso?
Nel giugno 2012 su Medicina interna 33 è stata riportata una breve sintesi delle linee guida NICE sull'impiego del boceprevir e del telaprevir, nucleosidi inibitori della proteasi NS3/4 nelle epatiti croniche (EC) da Hcv, genotipo (G)1. L'attuale ruolo di questi 2 farmaci è stato ribadito di recente nella sintesi di una review pubblicata su Annals of Internal Medicine. Appare utile riprendere ancora una volta l'argomento perché per la terapia delle EC da HCV si intravvedono prospettive di significativa rilevanza, tali da consentire a Manns e Comberg - già dopo uno studio di fase II (Atomic), condotto da Lawitz et al - di titolare un editoriale di Lancet online del marzo 2013: "sofosbuvir: the final nail in the coffin for hepatitis C?". Sofosbuvir (SV) esercita la sua azione antivirale con un meccanismo differente e più efficace rispetto a boceprevir e telaprevir, in quanto è un nucleoside inibitore non delle proteasi virali, ma della polimerasi NSB5. Lo studio FISSION è uno studio di fase III che ha confrontato i risultati in pazienti con EC da Hcv G2 e G3 naïve randomizzati 1:1 nei seguenti bracci sperimentali:
A) SV 400 mg/os/oid + ribavirina (Rib) 1000-1200 mg/os/daily per 12 settimane
B) Peg-Interferon alfa2a (PEG-INF) 180 mcg/sc/oiw + ribavirina (Rib) 800mg/os/daily per 24 settimane.
È stato raggiunto l'end point primario di non inferiorità con una percentuale di risposte virologiche sostenute a 12 settimane (RVS 12) dei pazienti trattati con il regime A del 97% se G2 e del 63% se G3; con il regime B la RVS 12 è stata del 78% nei G2 e del 63% nei G3. In un sottogruppo di pazienti con cirrosi avanzata la RVS 12 è stata del 47% versus il 38%. Il trattamento è stato interrotto per eventi avversi in 3 pazienti (1%) trattati con SV+Rib e in 26 (11%) trattati con PEG-IFN+Rib.
Per lo studio NEUTRINO, anch'esso di fase III, sono stati arruolati 327 pazienti con infezione da Hcv G1, G4, G5, G6 naïve e trattati per 12 settimane con SV 400 mg/os/oid + PEG-INF 180 mcg/sc/oiw + Rib 1000-1200 mg/os/daily per 24 settimane. È stato raggiunto l'end point di efficacia con RVS 12 nel 90% dei pazienti confrontata con un risultato storico del 60% dei pazienti sottoposti alla terapia standard con PEG-INF+Rib. Negli studi FISSION e NEUTRINO si sono avuti effetti indesiderati (spossatezza, cefalea, nausea, insonnia, vertigini) correlabili al SV in una bassa percentuale di casi (10% o poco più) e certamente meno importanti di quelli che possono essere indotti dal boceprevir e dal telaprevir. Molto importante è anche la verifica della possibilità di ridurre, almeno in alcune categorie di pazienti, la durata dell'impiego del PEG-INF. Questi 2 studi (successivi o affiancati a studi di fase II, peraltro meno probativi per motivi metodologici, ma ugualmente caratterizzati da buone risposte terapeutiche), saranno impiegati per la richiesta di immissione in commercio di SV, che dovrebbe essere autorizzato dall'EMA all'inizio del 2014. Le indicazioni saranno articolate in base al genotipo del paziente da trattare, sussistendo comunque alcune perplessità per la terapia di associazione SV+Rib nei pazienti G3 e altri interrogativi proposti da Manns e Comberg quali l'efficacia nei pazienti con cirrosi scompensata e la possibilità di prevenire la reinfezione del trapianto.
FISSION: clinicaltrials.gov NCT01497366
NEUTRINO: clinicaltrials.gov NCT01641640
Manns MP and Comberg M. www.thelancetcom/infection. Published online march 15, 2013
Fonte: medicina33.it