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In Italia una nuova realtà di cura per i pazienti con cirrosi epatica

Pisa – Le cirrosi epatiche in Italia possono essere considerate una vera e propria emergenza: nel nostro Paese, si stima che almeno un milione di persone ne sia colpito, a seguito di infezioni da epatite, alcolismo o malattie autoimmuni. Il decorso di questa malattia dura molti anni e, in molti casi, arriva il momento nel quale il trapianto di fegato è l’unica possibilità di cura. Tuttavia, affinché questa opzione terapeutica abbia successo, è fondamentale che l’intervento venga eseguito nei tempi giusti: quando cioè la malattia non è troppo avanzata e il paziente è in condizione di affrontare al meglio il trapianto.

Per permettere questo è stato attivato in Toscana “L’Osservatorio Toscano dei Potenziali Candidati al Trapianto di fegato”, una rete di medici di medicina generale e di specialisti ospedalieri di tutte le Unità Operative di Gastroenterologia, Epatologia e Malattie Infettive delle Aziende Sanitarie ed Aziende Ospedaliere toscane, coordinati dall’Unità Operativa di Trapiantologia Epatica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana. Voluto dall’Organizzazione Toscana Trapianti nell’ambito della creazione delle Reti Regionali di Trapianto (fegato, cuore, rene, polmone, pancreas), l’Osservatorio ha come obiettivo la cura e il monitoraggio dei pazienti cirrotici al fine di conoscere l’avanzamento della malattia, fattore fondamentale per l’inserimento in lista ed esecuzione del trapianto.

“Conoscere la numerosità e lo stato clinico dei pazienti affetti da cirrosi sul territorio, monitorare la velocità di progressione della malattia e le condizioni generali di ogni paziente inserito nell’Osservatorio – spiega il professor Franco Filipponi, Direttore dell’Organizzazione Toscana Trapianti e Direttore dell’Unità Operativa di Trapiantologia Epatica dell’Ospedale Cisanello di Pisa – permette di individuare i candidati al trapianto molto tempo prima che raggiungano un grado di insufficienza epatica o complicanze, come l’insorgenza di un epatocarcinoma su cirrosi, così severe da rendere a maggior rischio l’intervento e di conseguenza la sopravvivenza post trapianto. Il paziente, così assistito, può affrontare quindi il suo percorso con maggior tranquillità sia da un punto di vista terapeutico che da un punto di vista psicologico perché viene anche aiutato a superare le difficoltà emotive che la malattia implica e il senso di precarietà che generalmente l’attesa di un trapianto comporta .”

Al di là dei fini assistenziali, l’istituzione di un Osservatorio può essere intesa inoltre come un programma innovativo che ha come fine ultimo il controllo della discrepanza tra le risorse e i bisogni determinata dall’alta incidenza delle epatopatie e dalla contemporanea scarsa disponibilità di organi, tale per cui ancora oggi una considerevole quota di pazienti non può usufruire di un’opzione terapeutica come il trapianto di fegato.

“L’osservazione dei pazienti con cirrosi e quindi potenziali candidati al trapianto – aggiunge Filipponi – consente di acquisire le informazioni che permettono di avere un controllo del territorio per una data patologia e dello stato di gravità dei pazienti così da mantenere il polso del fabbisogno regionale, stimato nel tempo, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione delle risorse donative e, non ultime, anche quelle economiche”.

Ma come funziona l’Osservatorio?

I pazienti affetti da cirrosi vengono indirizzati dal medico di medicina generale verso le UUOO Specialistiche Ospedaliere presenti in ogni Azienda Sanitaria o Ospedaliera della regione Toscana. In questi centri, gli Specialisti valutano lo stadio della malattia e le condizioni dei pazienti (es. età, obesità, abitudine al fumo, malattie concomitanti, etc.). Controlli mensili permettono di valutare la progressione della malattia, diagnosticare precocemente l’eventuale comparsa di epatocarcinoma e offrire l’integrazione di opzioni terapeutiche diverse ed efficaci, nonché attuare procedure di medicina preventiva che mirano a modificare i comportamenti non compatibili con la malattia epatica. I dati sullo stato del paziente vengono raccolti in una scheda e inviati periodicamente alla U.O. di Trapiantologia Epatica dell’Ospedale Cisanello. I pazienti con una malattia più avanzata vengono sottoposti anche ad una visita annuale presso il centro trapianti e inseriti quando necessario nelle liste d’attesa.

La UO di Trapiantologia Epatica dell’Ospedale Cisanello di Pisa è una delle realtà più all’avanguardia nella trapiantologia a livello nazionale. Attivo dal 1996, ha effettuato ad oggi 701 trapianti di fegato. Si eseguono ogni anno 80-90 trapianti e il tempo medio in lista d’attesa pretrapianto è di 4-6 mesi in relazione al gruppo sanguigno, contro una media nazionale di circa un anno e mezzo. La sopravvivenza a 1 e 5 anni è del 83,2% e 70,1% rispettivamente. In Toscana la prevalenza e l’incidenza di candidati al trapianto di fegato è pari a 30.6 e 14.7 persone per milione di abitanti.

Fonte: Noesis Comunicazioni

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