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Interruzione di servizio per mancata attivazione di posta elettronica certificata (PEC)

Epac onlus ha inviato una lettera di sdegno per quello che sta accedendo presso l’ambulatorio di epatiti virali della Seconda Università degli Studi di Napoli.

In sostanza ci è stato segnalato che nessun paziente non può essere curato se non viene attivata da parte dell’Ospedale la posta certificata ospedaliera (PEC) con la quale il direttore dell’ambulatorio epatiti virali si deve accreditare presso l’Agenzia Italiana del farmaco. Questo passaggio è obbligatorio per tutti i medici che devono prescrivere i nuovi farmaci.

E’ scandaloso che un tale problema burocratico, per la cui risoluzione era stata fatta richiesta due mesi fa, stia bloccando la prescrizione dei farmaci.

Abbiamo immediatamente scritto ai responsabili amministrativi.

Il testo della lettera

Al Direttore Seconda Università degli Studi di Napoli
AOU.SUN

AI Direttore Sanitario

Al Direttore Servizio Diagnosi e cura Epatiti Virali acute e croniche

Oggetto: interruzione di servizio per mancata attivazione di posta elettronica certificata (PEC)

E’ giunta alla nostra attenzione nota informativa del Prof. Giovanni Battista Gaeta nella quale si evince lo scandaloso ritardo con il quale non si è ancora provveduto all’attivazione di PEC personale indispensabile per la prescrizione dei farmaci anti virali contro l’epatite C.
Tale ritardo si ripercuote negativamente sui pazienti di epatite C che già da oltre un anno e mezzo stanno aspettando le nuova molecole antivirali per potersi curare e, nei fatti, ogni e qualsiasi ritardo è causa diretta del peggioramento della salute dei pazienti.

Ricordiamo che molti di questi pazienti hanno uno stadio avanzato della malattia, la cirrosi, e sono al limite della eleggibilità a queste nuove cure: di fatto non possono più aspettare e col trascorrere del tempo si allontana la loro unica possibilità di bloccare l’evoluzione della patologia. Nel concreto, se non curati, sono condannati alle inenarrabili sofferenze dello scompenso epatico, al decesso o al trapianto di fegato per i più “fortunati”.

Qualora non sia fornita immediatamente la dovuta assistenza al Prof. Gaeta nell’espletare i passaggi burocratici del caso, la nostra Associazione provvederà a denunciare pubblicamente la situazione servendosi dei Media locali e nazionali, e denunciare alle autorità giudiziarie l’interruzione del servizio verso pazienti ad alto rischio di scompenso epatico.
Certi di un vostro sollecito interessamento porgiamo cordiali saluti.

Ivan Gardini

Presidente EpaC onlus


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