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Epatite C, Lorenzin: per curare tutti e subito non basterebbe manovra economica

Servono 600 milioni all’anno per 10 anni: il ministro chiede fondo speciale

“Servono 600 milioni all’anno per i prossimi 10 anni e io questi fondi non li ho”. Lo dice al Velino il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine del question time a proposito del piano nazionale per l’eradicazione dell’epatite c. “Il piano è già pronto, ma servono le risorse e conto di trovarle anche magari in Europa”. Ad oggi “circa 5000 pazienti gravissimi possono usufruire del farmaco Sofosbuvir della Gilead che lo distribuisce gratuitamente in questi casi per uso compassionevole” dice la Lorenzin che cerca di rassicurare i pazienti in attesa di cure mentre continua a perorare la cusa posta all’attenzione anche del consiglio dei ministri. Per ora è stato concordato con l’azienda un prezzo di ingresso di 37 mila euro ma il prezzo – è la speranza è destinato a scendere anche in vista dell’approdo sul mercato di altri farmaci. “I malati conclamati sono 400 mila, ma quelli affetti dalla malattia sono più del triplo. Non basterebbe una manovra economica. E comunque l’azienda non sarebbe in grado di produrre farmaci in quelle quantità”. Intanto, però, i pazienti con epatite C sono pronti alla mobilitazione. “Curare tutte le persone con epatite C significa anche risparmiare svariati miliardi di euro ora spesi per gestire le conseguenze della malattia non curata'' hanno scritto in un appello al presidente del Consiglio pubblicato su Repubblica. “La trattativa dell'Aifa - dicono le associazioni dei malati - si e' conclusa a fine settembre, e da allora non si sa più nulla”.

E sono pronti a manifestare di fronte al ministero dell’Economia perché – sostengono - in Italia sono circa 10-12mila i pazienti che ne avrebbero bisogno urgentemente: ogni giorno muoiono 20 persone a causa dell’epatite c e ci sono migliaia di pazienti in attesa. Ma la mancanza delle risorse, è il vero nodo. La trattativa conclusa a settembre dall’Aifa che ha spuntato il prezzo di 37 mila euro a paziente deve ancora arrivare sul tavolo del ministro che, allo stato, non ha certezza delle risorse a su disposizione. Solo quando potrà vidimare l’accordo, il contratto andrà in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. “Stiamo solo aspettando di poter mettere una cifra accanto al Piano sull’eradicazione dell’epatite C. È mio impegno garantire nel prossimo futuro a tutti i pazienti dei farmaci innovativi” ha detto il ministro durante il question time alla Camera confermando come però il farmaco ad oggi disponibile sarà somministrato prioritariamente ad alcune categorie di malati individuati dall’Aifa. Il problema è naturalmente quello dei costi che saranno affrontati - ha detto il ministro - nel corso di un incontro in calendario al ministero per la prossima settimana con le regioni. Nel nostro Paese ci sono oltre 1,2 milioni di persone interessate dalla malattia, di cui circa 400 mila con malattia a livello conclamato. Poi ci sono i malati colpiti in forma grave o gravissima: proprio ai pazienti di livello IV e V il vaccino dovrebbe essere somministrato entro gennaio grazie all’accordo raggiunto tra l’Aifa, l’Agenzia per il farmaco e Gilead, l’azienda americana produttrice del farmaco Sofosbuvir. Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta dei criteri adottati dall’Aifa per selezionare i pazienti destinatari delle cure, mentre continua la ricerca di fondi speciali da destinare alle cure contro l’epatite C data la speranza che siano disponibili a breve anche altri farmaci innovativi. Del resto la trattativa tra Aifa e Gilead si è iniziata solo ad aprile di quest’anno con l’arrivo in Italia del Sofosbuvir, presentato come terapia farmacologica in grado di modificare in modo significativo il decorso della malattia. Ma si guarda con fiducia anche ad altre terapie in via di registrazione i cui costi dipenderanno largamente dal prezzo di riferimento a cui è stato negoziato il Sofosbuvir.

Qualche giorno fa il ministro Lorenzin aveva parlato dell’ipotesi di un fondo decennale ad hoc fuori dal Patto per la Salute e dal Fondo sanitario nazionale, per garantire le cure per l'epatite C. Una proposta che avrebbe raccolto consensi tra i ministri europei e posta all’attenzione del ministro Padoan. Per quanto riguarda il vaccino dell’azienda Gilead si è scelta una procedura accelerata per consentire la definizione, in via negoziale, della rimborsabilità della specialità medicinale in tempi rapidi. Le trattative iniziate ad aprile e che si sarebbero dovute concludere in tempi contenuti vennero congelate drammaticamente il 4 luglio quando l’azienda non si presentò al tavolo del Comitato prezzi gettando nello sconforto i pazienti più bisognosi di cure. Circostanza che indusse tra l’altro il direttore dell’Aifa a scrivere un editoriale al vetriolo dal titolo inequivocabile: "Dall’Etica del profitto al profitto dell'Etica: sofosbuvir come esempio di farmaci dal costo insostenibile, una sfida drammatica per i sistemi sanitari e un rischio morale per l’industria’".

Fonte: ilvelino.it

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