La cirrosi epatica può regredire
Un recente studio pubblicato su Lancet ha dimostrato che la soppressione a lungo termine della replicazione del virus dell'epatite B (HBV) può associarsi non solo alla regressione della fibrosi, ma anche della cirrosi epatica. La figura acclusa sintetizza i risultati istologici ottenuti nei 348 pazienti di cui è stato possibile avere il riscontro bioptico prima e dopo 240 settimane dal loro reclutamento. Da notare che dalla iniziale casistica, composta da 641 pazienti trattati in cieco per un primo periodo di terapia di 48 settimane con adefovir dipivoxil o con tenofovir disoproxil fumarato (DF), solo 585 hanno proseguito lo studio in aperto che prevedeva il trattamento con tenofovir disoproxil fumarato (DF) per 5 anni. Di questi, 96 non hanno terminato il periodo terapeutico e 141 non hanno accettato di sottoporsi alla biopsia di controllo, portando quindi il numero dei pazienti utilizzabili per le conclusioni ai succitati 348. All'esame istologico comparativo prima e dopo i 5 anni di trattamento con tenofovir disoproxil fumarato è stato valutato:
- l'eventuale miglioramento della fibrosi dimostrato dalla riduzione > 2 punti nel sistema di punteggio Knodell
- l'eventuale regressione della fibrosi dimostrata dalla riduzione > 1 unità nel sistema di punteggio Ishak.
Questi i risultati:
- l'87% (304/348) dei pazienti ha avuto un miglioramento istologico che in 176 si è concretizzato in una regressione della fibrosi alla 240° settimana (p <0.0001)
- dei 96 pazienti con cirrosi al basale (punteggio Ishak 5 o 6), ben il 74% ha avuto una riduzione > 1 unità del punteggio con conseguente collocazione in una condizione istologica non più definibile come cirrosi ma solo come fibrosi
- dei 252 pazienti senza cirrosi epatica al basale, al 5° anno di terapia solo 3 hanno avuto una progressione a cirrosi (p <0.0001).
- tutto ciò non è stato correlato al breakthrough virologico che si è verificato raramente
- il profilo di sicurezza è stato favorevole: solo il 16% dei pazienti (91) ha avuto eventi avversi, ma solo 9 di entità tale da dover sospendere il farmaco.
Marcellin P et al. Lancet 2013; 381: 468-75