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Friuli Venezia Giulia

Di seguito riportiamo i principali documenti, informazioni ed indicazioni inerenti la gestione del paziente cirrotico

Piano Cronicità

nessun piano reperito

    PDTA Cirrosi

    non vi sono documenti tecnici/PDTA regionali di gestione della cirrosi nelle diverse aziende del SSR

      Documenti inerenti Indicazioni collegate a pandemia da COVID-19

      Vedi indicazioni comunicate

      Altri documenti

      Risposta a richiesta inviata all’assessorato:
      Non vi sono documenti tecnici/PDTA regionali di gestione della cirrosi nelle diverse aziende del SSR. Vi sono delle indicazioni di buona pratica clinica per tutti i pazienti, che possono essere riassunte in questi punti:

      • identificazione in tutti i pazienti della etiologia della cirrosi;
      • attuazione di un percorso di cura basato sulla etiologia (SERD per etiologia alcolica, DAA per HCV, antivirali per HBV);
      • valutazione in tutti i pazienti della severità della cirrosi (dimostrazione di ipertensione portale clinicamente significativa e, in caso affermativo, screening delle varici esofagee e del rischio di sanguinamento);
      • screening sistematico, ogni 6 mesi, dell’epatocarcinoma mediante ecografia;
      • presa in carico del paziente e rivalutazione clinica, ogni 6 mesi, con i risultati degli esami.

      Tutte le strutture garantiscono anche in questo periodo di contenimento COVID 19, la visita IN PRESENZA per la prima visita; la presa in carico semestrale dei pazienti cirrotici non sempre è in presenza ma secondo valutazione clinica, a giudizio dello specialista, facendo riferimento alle procedure aziendali con triage telefonico il giorno prima, triage vis a vis il giorno della visita e DPI adeguati.

      A Trieste è stata predisposta una procedura aziendale (attualmente ancora in fase di ratificazione da parte della Direzione aziendale) che prevede:
      1. paziente cirrotico compensato o comunque stabile:
        a. in occasione dell'eco, viene eseguito l’accesso ambulatoriale concomitante;
        b. se l’eco è eseguita in altra sede o in altra data su richiesta o se le situazioni sono a rischio: attività di televisita (su piattaforma lifesize documentabile) attraverso la quale vengono forniti rinnovi terapeutici +prescrizioni e referti, che vengono inviati all'assistito criptati via mail;
        c. se il paziente non dispone di dispositivi, atti alla televisita, viene comunque contattato telefonicamente per valutare la necessità di visita in presenza e, ove non vi siano evidenze che la rendano necessaria, i suddetti documenti vengono inviati al domicilio del paziente con raccomandata con RR.
      2. paziente cirrotico scompensato:
        a. ricovero ordinario o in DH secondo valutazione clinica. Si cerca di garantire percorso covid free (tampone ogni 15 gg ai pazienti con accessi settimanali; pazienti sintomatici segnalati al dipartimento di prevenzione per esecuzione tampone covid e, solo se negativi, vengono fatti riaccedere.

      In caso di positività del paziente, il percorso paracentesi (o altro secondo valutazione clinica) viene effettuato in PS covid.

      Con DGR n. 2533/2014 la Regione Friuli Venezia Giulia ha dato avvio alla filiera Fegato nell’ambito della rete per la presa in carico delle gravi insufficienze d’organo e trapianti. L’attività di approfondimento condotta dal gruppo di coordinamento della Rete “filiera fegato” ha portato alla stesura del documento di riferimento: “Linee di indirizzo per l’individuazione e la gestione clinico-assistenziale delle persone affette da alterazione degli enzimi epatici” e sono in fase di approvazione e pubblicazione le “Linee di indirizzo per l’identificazione, l’inquadramento clinico e l’invio al trattamento farmacologico dei pazienti affetti da infezione cronica da virus dell’epatite C (HCV)”. Tali documenti rappresentano un tassello da inscrivere in un più ampio progetto di diagnosi e cura delle patologie epatiche e dell’insufficienza d’organo da estendere ed applicare all’intera regione, con lo scopo di offrire prestazioni sanitarie appropriate e di elevato livello per i pazienti affetti da malattie epatiche. In tale prospettiva, nell’ultimo incontro della Rete del 22 ottobre 2020, è stata concordata la trattazione del tema della cirrosi, come prossima attività di rete.

      DGR n. 2533/2014: RETE DELLE GRAVI INSUFFICIENZE D’ORGANO E TRAPIANTI DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA: FILIERA FEGATO
      La filiera fegato della rete per la presa in carico delle gravi insufficienze d’organo e trapianti viene istituita con l’obiettivo di favorire una presa in carico complessiva della persona colpita dalla patologia epatica al fine di rallentare il decorso della patologia, ridurre le morti evitabili e le gravi disabilità garantendo inoltre sull’intero territorio regionale, il miglior percorso diagnostico terapeutico ai pazienti attraverso l’ottimizzazione e la valorizzazione delle varie competenze ad indirizzo epatologico in ambito regionale. L’assetto organizzativo deve permettere ai cittadini il massimo delle opportunità in termini di migliore assistenza possibile, indipendentemente dall’area territoriale di provenienza, dall’età della persona e dalla sua situazione sociale, economica e culturale, con possibilità di accesso alle migliori cure, secondo quanto stabilito dalle linee guida internazionali e nazionali accreditate e condivise dalle società scientifiche

      Secondo il modello organizzativo HUB and SPOKE le strutture indicate concorrono ad assicurare, alle persone affette da patologia epatica, l’inquadramento nei percorsi diagnostico terapeutici ed assistenziali più appropriati al quadro clinico presente. Il modello organizzativo adottato permette di assicurare omogeneità di trattamento ai pazienti su tutto il territorio regionale, concentrando le funzioni diagnostico-terapeutiche di alta complessità presso i presidi ospedalieri, centri hub, in particolare uno di questi garantisce anche le funzioni connesse all’attività di trapianto, e mantenendo quelle di media complessità, che non necessitano di supporti tecnologici avanzati, presso i presidi ospedalieri di base, centri spoke. Relativamente alle patologie epatiche il luogo ideale per la presa in carico e per il trattamento del paziente risulta essere il contesto ambulatoriale, che non interrompe la vita del paziente, pur garantendo tutti gli interventi clinico assistenziali necessari. Devono essere garantiti ulteriori setting con livelli assistenziali crescenti, in grado di gestire la fasi critiche di malattia tutti articolati in un network assistenziale stabile.

      Le strutture dei dipartimenti per le dipendenze collaborano in particolare nella fase di prevenzione primaria ed educazionale nei confronti della popolazione, nonché nella riabilitazione e reinserimento sociale dei pazienti. I medici di medicina generale rappresentano i terminali aspecifici della filiera ed hanno un importante ruolo nella prevenzione, nel riconoscimento precoce dei sintomi all’esordio della malattia epatica, nel tempestivo invio ai centri di 1° livello e nel trattamento delle forme croniche sulla base delle indicazione fornite dai centri specialistici.

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